Stiamo parlando proprio dello smartphone più conosciuto che, a causa di una tecnologia riguardante lo zoom, potrebbe correre dei guai per violazione di brevetto. Non è di certo la prima per la casa di Cupertino, ma è sicuramente quella più seria e decisa delle molte ricevute dalla Mela.
Picsel Research e Picsel Technologies (due compagnie scozzesi) hanno affermato che la tecnolgia grazie alla quale è possibile muoversi all’interno di immagini o testo (che ogni volta vengono ricaricati) è di loro proprietà.
Nel caso dell’iPhone (e iPod Touch) si tratta di quel metodo che permette di zoomare immagini o testo ed avere completa liberta di movimento in essa, senza nessun caricamento. Picsel non scherza e, come risarcimento, chiede gli introiti proporzionali al numero di iPhone venduti, da triplicare come misura punitiva.
Rispetto alle altre 20 cause che pendono sulla testa della Apple, quella intentata da Picsel ruota intorno ad un’azienda che collabora con altre società piuttosto importanti, come Motorola, Sharp, Palm, Samsung, Nokia ed altre ancora. E se anche non fosse chiaro che tale tecnologia sia commercializzata con questi nomi, è possibile che sia qualcosa che potrebbe cadere nelle mani dei rivali di Cupertino.
In ogni caso, Steve Jobs ha dichiarato semplicemente che a causa dei cambiamenti tecnologici così veloci e la facilità di brevettare qualsiasi cosa è piuttosto semplice che un qualsiasi prodotto infranga un brevetto di cui magari non se ne conosce nemmeno l’esistenza.