È la “nuova” proposta avanzata da una collecting society locale che propone appunto che gli ISP paghino in proporzione al traffico P2p generato dagli utenti e da una condivisione non autorizzata di file protetti dal diritto d’autore. Questo tipo di proposta non è nuova per l’appunto; negli anni è stata proposta più volte ma con un responso negativo anche da Will Page noto economista.
Nel corso degli anni infatti Page e colleghi hanno cercato di individuare soluzioni concrete che permettessero di abbattere il problema pirateria una volta per tutte, ovvero il danno causato in termini economici alle major e ai big dell’industria cinematografica. Gli ISP sarebbero quindi i principali responsabili del traffico P2p e per questo motivo una tassazione repentina gioverebbe secondo costoro sul problema, arginandolo.
Page tuttavia non tiene conto dell’aspetto più complesso e più radicato con cui è strutturata la pirateria oggi, che tra P2p, file hosting, HTTP, streaming rende assai improbabile conoscere nel concreto l’esatto coinvolgimento di ogni ISP. Tali proposte non tengono conto del diritto alla riservatezza a cui gli stessi ISP si appellano per il loro clienti. C’è chi inoltre pensa che tutto ciò sia puramente inutile in quanto gli utenti faranno uso di servizi cifrati o dello streaming entrambi non rintracciabili.
Talk Talk afferma nell’ambito della vicenda che l’industria musicale dovrebbe inventarsi nuovi sistemi in grado di andare pari passo alle scelte fatte dai consumatori anziché proporre disconnessioni o tassazioni improponibili partendo dalla compplessità del fenomeno oggi.