La nuova legge sui diritti d’autore che parla di file degradati approvata da Camera e Senato e in attesa di essere pubblicata dice che pubblicare e scambiare MP3 con Copyright è legale. Sulla Gazzetta Ufficiale infatti è inserito un comma che dice: “È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro”.
Andrea Monti, avvocato esperto di diritto d’autore e Internet che ha partecipato in prima persona allo sviluppo della nuova normativa, osserva che questa legge in realtà autorizza la piena distribuzione di contenuti musicali come gli MP3 con tutti i mezzi consentiti, se fatta senza fini di lucro.
La ragione di questo è nel termine “degradate” che si riferisce a immagini e musica. Rispetto al file originale, che riproduce in modo perfettamente fedele un contenuto musicale, un MP3 è infatti per sua stessa natura degradato, ossia modificato al punto da contenere una quantità di informazioni pesantemente ridotta rispetto al file originale.
Che poi il suo ascolto risulti di fatto non distinguibile dall’originale non modifica il fatto che tecnicamente il file MP3 sia comunque degradato. In sostanza, gli MP3 e, per la stessa ragione, le immagini in formato GIF e JPG, sono perfettamente veicolabili e scambiabili anche nella modalità P2P.
Proprio questa legge, che per essere resa applicabile attende solo il decreto del Ministero che ne fisserà i criteri inerenti agli usi didattici e scientifici dei file, potrà spostare la bilancia del contenzioso tra le major e chi pratica il file sharing fuori dai diritti d’autore.
Secondo Monti: “Per un giudice sarà difficile infatti dare seguito a una denuncia penale o a un sequestro contro chi è accusato di violare il diritto d’autore su Internet, visto che il comma autorizza molti scenari”.
E prosegue osservando che il comma permetterà “di pubblicare MP3 coperti da copyright, senza autorizzazione dai detentori di diritto d’autore: su siti Web o anche su server peer to peer, il mezzo non conta. Lì si parla infatti solo di pubblicazione su Internet”.
L’importante, dice il comma, è che lo scopo sia didattico o scientifico, quindi per esempio posso immaginare un sito che pubblichi la discografia di un autore a scopo di commento e recensione. Oppure una rete peer to peer dei conservatori che mettono la musica a disposizione degli allievi, per studiarla. Tutti usi permessi, se si interpreta in modo letterale la legge.
Un errore del legislatore o in realtà una volontà recondita di rendere più ampio possibile lo scambio di file e informazioni? Questo, al momento, è difficile asserirlo con certezza.