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Chiuso il sito Torrent più grande d’Italia

«Access denied in execution of an Italian Court Authority injunction». Accesso vietato in esecuzione dell’ingiuzione di un tribunale italiano. Con questo epitaffio i pirati di www.Colombo-bt.org hanno calato l’ancora al loro galeone corsaro.

Colombo era il più grande sito italiano di «torrent» ed è stato chiuso dopo un blitz delle Fiamme Gialle.

Fuori dal gergo di Internet la notizia è questa: è stata sbarrata una «porta», aperta su un mondo dove film, cd, software, videogiochi e persino libri erano gratuiti. Il sito viveva della solidarietà degli utenti, che «scaricavano» a piacimento e (qualche volta) mettevano mano alla carta di credito.

Il segreto per non pagare nulla rischiando poco si chiama «torrent»: si tratta di file che consentono di accedere a distanza a una serie di computer collegati, ognuno dei quali dispone di un buon archivio di cinema e musica. Una sorta di chiave per entrare in casa d’altri e prendere, con il permesso dei proprietari, quello che più ci piace. Il menù di «Colombo» non era soltanto ricco, ma anche curatissimo: ognuno dei file in elenco era stato rigorosamente controllato per garantirne la qualità e accompagnato da un commento. Un messaggio avvertiva che chi avesse messo in elenco file «corrotti» – malfunzionanti o portatori di virus – sarebbe stato cacciato per sempre dalla comunità.

I gestori del sito erano controllori intransigenti, e questo aveva fatto di loro un mito per i pirati del web che ora, nascosti da fantasiosi psudonimi, lanciano appelli strazianti dai forum di Internet (Punto-informatico.it): «E’ una tragedia nazionale, propongo tre giorni di lutto» scrive Gero74. «Capitano è stato un onore viaggiare al vostro comando», aggiunge 23darius23. Bellomaillegale Altri invece invocano il rispetto della legge. «La quasi totalità di questo traffico illegale. Le leggi, finchè ci sono vanno rispettate, se non ti piacciono puoi sempre andare su Plutone. O in un campo rom», provoca un utente. E giù reazioni a non finire, tutte pro-colombo ovviamente. Qualcosa l’hanno scritto anche i creatori del paradiso perduto. «La guardia di finanza che ha fatto visita a due dei nostri amministratori – si legge sulla pagina del blog ancora aperta -. Nostro malgrado la Finanza ha le chiavi dei server, quindi non è più possibile accedervi. Tutte le notizie circa attacchi al server o su semplici manutenzioni sono quindi fittizie. Al momento non sappiamo ancora cosa fare, ma una cosa è certa: La storia del galeone finisce qui».

Il futuro? «Non sappiamo se riprenderemo in mano il timone, magari per altri progetti, è ancora prematuro parlare – si legge ancora -. Comunque useremo questo blog per informarvi di tutte le novità. Il vostro contributo non cesserà mai di esistere». La paura, ora, è tutta dei «clienti», preoccupati dall’ipotesi che le Fiamme gialle proseguano la loro inchiesta fino a pizzicare chi da «Colombo» ha scaricato «Safari» di Jovanotti, o l’ultimo Batman prima che arrivasse nelle sale italiane, perfettamente doppiato e con immagini come in una sala d’essay. «Ci tengo a precisare che gli utenti di Colombo non corrono alcun rischio», dicono i gestori. Peccato che non sia vero: il rischio è una multa che può arrivare a migliaia di euro, senza contare la denuncia penale.

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