Apple è finita nell’occhio del ciclone dopo aver promesso grandi novità per Siri con l’arrivo della gamma iPhone 16, salvo poi rimandare tutto al 2026. Le funzionalità basate su Apple Intelligence e intelligenza artificiale generativa sono state al centro di una campagna marketing poderosa, tanto da spingere molti utenti all’aggiornamento. Ma a pochi mesi dal lancio, è arrivata la doccia fredda: nessuna delle funzioni promesse sarà disponibile quest’anno.
Due cause collettive contro Apple
Il malcontento si è rapidamente trasformato in azione legale. In California, due utenti hanno intentato una class action accusando Apple di:
- Pubblicità ingannevole
- Concorrenza sleale
- Vendita basata su promesse non mantenute
Nel documento legale, i querelanti dichiarano che non avrebbero mai acquistato un iPhone 16 se avessero saputo che Siri “rivoluzionata” non sarebbe arrivata nel 2025.
Una seconda causa collettiva è stata aperta in Canada, nella provincia della British Columbia, con motivazioni simili. Anche in questo caso, si chiede ad Apple un risarcimento per i danni economici subiti dagli utenti che hanno acquistato il nuovo dispositivo sotto false premesse.
Spot rimosso e silenzio da Cupertino
Come riportato da MacRumors, Apple è stata costretta a ritirare uno spot con l’attrice Bella Ramsey, che mostrava in azione il nuovo assistente vocale. Lo spot è stato rimosso dopo le prime polemiche, ma il danno era ormai fatto. Apple e i suoi legali non hanno ancora commentato pubblicamente la questione, ma l’impatto reputazionale potrebbe essere serio.
Cosa rischia Apple?
Se i giudici daranno ragione ai querelanti, Apple potrebbe essere obbligata a rimborsare tutti gli acquirenti che hanno comprato un iPhone 16 con l’aspettativa di usare il nuovo Siri. Il valore dei risarcimenti sarà determinato in sede processuale, ma si tratta di migliaia (se non milioni) di utenti coinvolti.
Questa vicenda potrebbe rappresentare un precedente importante nel rapporto tra pubblicità e realtà nel settore tech. I colossi come Apple potrebbero dover rivedere il modo in cui promettono innovazioni ancora in sviluppo, pena la perdita di fiducia (e soldi) da parte dei consumatori. Per ora, chi ha acquistato l’iPhone 16 sperando in un Siri da fantascienza dovrà aspettare e forse anche farsi sentire in tribunale.